Il secondamento: in cosa consiste e cosa accade

Il secondamento: in cosa consiste e cosa accade

Il secondamento prende inizio subito dopo l’espulsione o estrazione del feto dall’organismo materno e, per definizione, esso rappresenta il periodo durante il quale avvengono il distacco e la successiva espulsione della placenta e degli annessi fetali (membrane amniocoriali e funicolo).

L’ostetricia vuole che il secondamento avvenga entro 60 minuti dalla nascita del neonato, anche se generalmente la sua durata è molto più breve (circa di 10-20 minuti).

 

Scolasticamente, questo periodo del parto si articola nelle 3 seguenti fasi:

  • distacco della placenta dalla sede di inserzione e sua caduta a livello del segmento uterino inferiore (SUI): il fenomeno è da imputare alla mancanza di elasticità della placenta, che non riesce a seguire la notevole riduzione del volume della cavità uterina in seguito all’espulsione del feto;
  • passaggio della placenta dal SUI alla cavità vaginale: in questa fase la mamma avverte delle piccole contrazioni. Quando la placenta raggiunge la vagina, la donna percepisce un senso di peso e distensione e sente il desiderio di spingere;
  • espulsione della placenta e degli annessi ovulari. In seguito alla nascita della placenta, l’utero si contrae massimamente e diventa globoso (si forma il “globo di sicurezza”).

Durante il secondamento, da parte dei neo-genitori subentra un’estatica contemplazione del nuovo nato, che soppianta lo sforzo e l’eccitazione dominanti il periodo espulsivo.
Se la mamma lo desidera e le circostanze sono favorevoli, il neonato viene posto nudo a contatto con la sua pelle e viene favorito l’attacco precoce al seno: la suzione del capezzolo attiva infatti il rilascio di ossitocina, la quale favorisce la contrattilità uterina e promuove il fisiologico evolversi del secondamento.


Le neo-mamme hanno ora modo di iniziare a recuperare energie e, nell’attesa della nascita della placenta, sono soggette ad alcuni controlli mirati: in questa fase infatti l’ostetrica presta le prime cure al neonato ed effettua un monitoraggio costante della perdita ematica, avvalendosi di una sacca graduata; valuta lo stato di contrattilità uterina e il livello del fondo dell’utero, praticandovi, se occorre, un lieve massaggio; esamina l’integrità dei tessuti vagino-perineali per valutare la presenza ed il grado di una eventuale lacerazione e la necessità di eseguire in seguito una sutura; rileva i parametri vitali e, se necessario, invita la donna a vuotare la vescica.


Il tempo generalmente trascorre rapido. Una volta appurato il distacco, la mamma viene invitata ad effettuare una piccola spinta che permette alla placenta di discendere lungo il canale vaginale (trascinando con sé gli annessi fetali) e di essere partorita.
Durante il corso del secondamento, l’ostetrica è costantemente accanto alla donna, non la perde di vista, vigila su di lei in silenzio sfruttando lo sguardo critico che conoscenza, abilità ed esperienza le hanno donato; a lei è affidato il compito di sorvegliare in autonomia il fisiologico evolversi di questo stadio e, qualora fosse necessario, di intervenire tempestivamente coinvolgendo il resto dell’equipe per salvaguardare la salute della donna assistita.


Infatti, il secondamento rappresenta per la mamma il periodo del parto più critico a causa delle sue possibili complicanze, la più frequente delle quali è una copiosa perdita ematica: questa, fisiologicamente accompagna il secondamento e, in un parto per la via vaginale, viene considerata normale entro i 500 ml.
Per tale motivo, allo scopo di evitare il verificarsi di complicanze prevenibili, a seconda del protocollo ospedaliero, dell’anamnesi materna e delle circostanze, dopo la nascita del neonato vengono somministrati alla donna gli opportuni farmaci preventivi dell’emorragia post partum.

 

Una volta avvenuto il secondamento viene effettuato un accurato esame visivo delle caratteristiche della placenta, delle membrane e del funicolo in modo da orientare correttamente la successiva condotta clinica. Durante la fase seguente, prima che mamma e piccolo lascino la sala parto, l’ostetrica si occupa di suturare eventuali lacerazioni e fornisce le opportune indicazioni per avere cura dei punti; vengono inoltre effettuate ripetute e specifiche rilevazioni cliniche per sincerarsi del benessere materno e neonatale, la mamma viene aiutata a ripulirsi, riceve l’attestato di nascita ed ha finalmente modo di alimentarsi e riposare, ammirando e coccolando la sua splendida creatura.

 

Ostetrica Lucia Cappelletti

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