Il rumore bianco per addormentare i neonati: avvertenze per l’uso

Il rumore bianco per addormentare i neonati: avvertenze per l’uso

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Non è ancora del tutto chiaro perché, ma il rumore del phon, dell’aspirapolvere o della cappa della cucina possono favorire l’addormentamento nei neonati. L’importante è non esagerare, né con il volume, né con i tempi.

Sembra incredibile, ma ci sono neonati che si addormentano grazie a suoni apparentemente fastidiosi, come il rumore del phon, dell’aspirapolvere o della cappa della cucina. È il cosiddetto rumore bianco e l’esperienza di molti genitori alla prese con piccoli che fanno resistenza alla nanna dice che la strategia spesso funziona.

 

“Ma non bisogna esagerare, né per quanto riguarda il volume, né per la durata dell’esposizione” avverte il neuropsichiatra infantile Oliviero Bruni, professore associato all’Università di Roma Sapienza e presidente dell’International Pediatric Sleep Association.

 

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Che cos’è
Avete presente la luce bianca, quella che rappresenta la somma di tutti i colori visibili? Ebbene, allo stesso modo il rumore bianco è in pratica la somma di tutte le frequenze udibili e suoni come quelli del phon, dell’aspirapolvere, della cappa o di un ventilatore vi si avvicinano molto. E lo stesso vale  per certi suoni naturali, come lo scrosciare della pioggia o l’infrangersi delle onde del mare sulla riva.

 

Proprio perché è la somma di altre frequenze, il rumore bianco aiuta a mascherare singoli suoni che potrebbero risultare fastidiosi, come quelli del traffico o di persone che parlano in una stanza  accanto. “In effetti, alcuni studi dicono che è efficace, come aiuto per far addormentare i bambini, nei reparti di terapia intensiva neonatale (Tin), che sono in genere piuttosto rumorosi per via delle strumentazioni mediche” spiega Bruni.

 

Funziona davvero?
Molti genitori sono pronti a giurare che pochi minuti di “suoni bianchi” calmano i neonati e ne conciliano il sonno. Tanto che, oltre alle strategie fai da te, come il ricorso al phon, sono sempre più diffusi CD musicali, compilation online o app per tablet con suoni che promettono di favorire l’addormentamento.

 

Di studi scientifici sull’argomento, al di fuori di quelli condotti nelle Tin, non ce ne sono molti. Il più citato in proposito è uno studio inglese pubblicato nel 1990 e condotto con una quarantina di neonati dal sonno difficile: gli autori avevano osservato che ben l’80% dei bambini “sottoposti” a rumore bianco si addormentava nel giro di cinque minuti, mentre solo il 25% dei bambini senza questo supporto riusciva ad addormentarsi da solo altrettanto velocemente.

 

“Al di là dell’effetto mascheramento, non è del tutto chiaro perché il rumore bianco funzioni” afferma Bruni. “Di sicuro sappiamo che questi suoni si sincronizzano bene con la bassa frequenza delle onde cerebrali tipiche del sonno profondo”.

 

Qualche cautela
E allora, se il piccolo fatica a fare la nanna, un tentativo con il rumore bianco lo si può fare. Ma attenzione a non esagerare. “Va bene se si tratta di utilizzare un sottofondo di questo tipo per qualche minuto, ma non è il caso di tenere accesa la fonte di rumore per tutta la notte, altrimenti c’è il rischio che diventi un fastidio e interferisca con la qualità del sonno del bambino” sottolinea Bruni.

 

Anche il volume è da tenere d’occhio, ricordandosi di tenerlo sempre basso. “Sappiamo che già sopra i 20 decibel, un suono può causare disturbo al sonno, provocando dei microrisvegli che interferiscono con l’attività respiratoria e cardiaca” afferma l’esperto, che ha anche fatto parte di una commissione dell’Organizzazione mondiale della sanità per valutare l’effetto del rumore sul sonno dei bambini.

 

Anche un recente studio canadese pubblicato sulla rivista Pediatrics e riferito in particolare a dispositivi per il rumore bianco (in pratica delle piccole radio che emettono suoni di questo tipo, abbastanza diffusi in Nord America) è giunto a conclusioni analoghe: collocare il dispositivo a una certa distanza dal bambino (mai nella culla), utilizzarlo a un volume basso e spegnerlo appena il bambino si è addormentato.

 



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