Manipolazione spinale vs manipolazione sham

Manipolazione spinale vs manipolazione sham

La terapia manipolativa (MT) è largamente utilizzata da vari professionisti che si occupano di disturbi muscoloscheletrici e il suo utilizzo è aumentato notevolmente negli ultimi anni.
Le manipolazioni consistono in thrust ad alta velocità e bassa ampiezza applicati al complesso articolare, seguite molto spesso da un caratteristico popping sound. I meccanismi di azione della MT non sono ancora chiari, ma sono stati ipotizzati fattori meccanici e neurofisiologici che potrebbero interferire con il meccanismo di percezione del dolore. A fronte degli eventi avversi dimostrati in letteratura (gli unici dimostrati inequivocabilmente sono dolore e rigidità muscolare), è necessario stabilire se la MT è una terapia con un giusto rapporto rischio/beneficio.
L’obiettivo di questa review è stato valutare l’efficacia della MT rispetto alla manipolazione sham (simulata) sulla percezione del dolore e della disabilità con un follow-up a breve e lungo termine.
Le problematiche per cui è stata praticata la MT nei 19 studi inclusi nella revisione sono state molto varie: dai più comuni disturbi muscoloscheletrici in fase acuta e cronica a carico della colonna lombare e cervicale, con e senza sintomi radicolari, a problematiche quali asma, patologie ostruttive polmonari, sindrome premestruale e cefalea cervicogenica. Il follow-up più breve è stato analizzato a 1 settimana mentre il più lungo a 10 mesi.
I dati raccolti dalla revisione mostrano benefici considerati clinicamente rilevanti nel trattamento dei disordini muscoloscheletrici con MT, soprattutto a carico della colonna. Nonostante il beneficio della MT abbia riguardato principalmente il sollievo dal dolore sia a breve che a lungo termine, non è stato possibile estrapolare informazioni che dimostrassero un miglioramento nella disabilità e nella qualità della vita dei pazienti. Non è stata rilevata la presenza di complicazioni gravi, ma solamente di minori eventi avversi già conosciuti in letteratura.
Il dato interessante da notare è che anche nei gruppi nei quali il trattamento consisteva in manipolazioni sham sono stati evidenziati gli stessi eventi avversi, nonostante le manovre siano state applicate con una leggera forza per non permettere reazioni biomeccaniche e fisiologiche.
Per quello che riguarda i disturbi non muscoloscheletrici come dismenorrea e asma, la letteratura presa in esame ha evidenziato l’assenza di elementi per considerare il trattamento manipolativo efficace.
Le limitazioni presenti nella revisione riguardano l’eterogeneità dei professionisti e dei gruppi di pazienti, ma soprattutto la possibilità di avere avuto un campione di pazienti con un’aspettativa riguardo il trattamento manipolativo, che potrebbe aver inciso in molti degli outcome considerati (anche nei trattamenti sham, come è stato riportato).
In conclusione la MT ha dimostrato un impatto maggiore rispetto alla terapia sham sulla risoluzione dei disturbi dolorosi muscoloscheletrici della colonna, risultando un trattamento utile nella pratica clinica.

FONTE: http://www.fisiobrain.com



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