ELASTOFIBROMA

ELASTOFIBROMA

“Ho un dolore tra le scapole che non mi passa oramai da tanto tempo?”
Spesso durante la prima seduta, i pazienti, nel raccontare l’esordio dei loro dolori non quantificano in maniera esatta.
Da un punto di vista temporale quest’assenza di un dato così rilevante può significare varie opzioni.
Tra queste ci può stare che il paziente non lo avverte in maniera acuta, ne ha un ricordo magari nel passato, seguito da una fase silente o meno rilevante che precede la ripresentazione e quindi la coscienza nuovamente del dolore.
Fosse un dolore scaturito da un evento e a seguire si presentasse una inabilità sarebbe più concreto il pensiero mnemonico del paziente, appunto, nel collocarlo in un tempo preciso.
Nella zona scapolare tra le condizioni da porre in diagnosi differenziale e che per le quali si fa l’invio allo specialista ortopedico, c’è l’ELASTOFIBROMA.
Esso è ancora discusso se debba essere considerato una neoplasia vera oppure una semplice risposta proliferativa del tessuto connettivo a sollecitazioni meccaniche ripetute.
Sta di fatto che la valutazione chirurgica per tale condizione viene presa solo in considerazione di casi sintomatici o con tumefazioni voluminose.
Non ha quindi indicazione fisioterapica se non non nel post chirurgia e asportazione.
È importante conoscere questa patologia perché molto comune nelle donne in età avanzata, quasi sempre nella zona tra le scapole.
È corretto tenerlo a mente nella diagnosi differenziale.
Dott. Andrea Di Noia
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