25 Ott ONDE D’ URTO tutto quello che c’è da sapere
Le onde d’urto sono una metodica non invasiva utilizzata nel trattamento di molte patologie ortopediche, in particolare nelle tendiniti, caratterizzate da uno stato infiammatorio locale. Le onde d’urto hanno, infatti, delle proprietà antinfiammatorie, anti-dolorifiche, anti-edemigene nonché stimolanti la riparazione dei tessuti.
Storia
Le onde d’urto hanno cominciato a essere impiegate in campo medico a partire dall’inizio degli anni ’80 nell’ambito delle patologie litiasiche (calcolosi) delle vie urinarie, come alternativa all’intervento chirurgico, con lo scopo di distruggere le strutture dannose, senza arrecare danno ai tessuti adiacenti.
Verso la metà degli anni ’80 si è cominciato ad adottare le onde d’urto anche nel trattamento di patologie di pertinenza ortopedica, sia nell’ambito delle malattie dei tessuti ossei, che dei tessuti molli.
Negli ultimi anni, una sempre maggiore attenzione nei confronti di questa metodica, ha portato a interessanti risultati e notevole efficacia in ambito dermatologico, in particolare nel trattamento e nell’accelerazione della guarigione di molte lesione come ferite, ustioni o ulcere.
Che cosa sono nel dettaglio le onde d’urto
Dal punto di vista fisico, le onde d’urto sono delle onde acustiche, ovvero impulsi sonori, caratterizzati da una particolare morfologia d’onda che si traduce in una stimolazione meccanica diretta sul bersaglio da trattare. Esse sono generate, in sequenza rapida e ripetuta, da apposite apparecchiature, all’interno di un mezzo acquoso e poi convogliate su un punto, il fuoco, che è il bersaglio oggetto di trattamento: ogni singola onda è data da un rapidissimo picco di pressione positiva è seguito da una fase, di poco meno rapida, di pressione negativa. Questo meccanismo consente di trasmettere la quantità di energia desiderata alla profondità desiderata, a seconda dell’effetto terapeutico che si vuole ottenere.
Come agiscono le onde d’urto
Il meccanismo d’azione delle onde d’urto è profondamente diverso a seconda che il bersaglio sia una struttura non vitale (es. un calcolo renale) o un tessuto vivente (es. un tendine).
Consideriamo, nel primo caso, i calcoli renali che sono delle concrezioni calcifiche, inerti e molto dure che, quando investite dalle onde d’urto regolate a opportune energie, si frantumano per poi venire espulse come frammenti di minori dimensioni.
Ii tessuti viventi, quali l’osso, i muscoli, i tendini e i legamenti, quando raggiunti dalle onde d’urto (a livelli energetivi adeguati alla sede di trattamento), non subiscono danni nè si frantumano come accade per i calcoli renali: ricevono invece una serie di micro-traumi che fungono da una sorta di micro-idromassaggio che innesca una serie di reazioni cellulari, cascate enzimatiche e reazioni biochimiche con produzione di mediatori e fattori di crescita che conducono a un effetto antinfiammatorio, antidolorifico e antiedemigeno. In particolare, si verifica un aumento della
vascolarizzazione locale, anche mediante la formazione di nuovi vasi, in un contesto di riparazione cellulare, in grado anche di “sciogliere” e poi rimuovere le microcalcificazioni che spesso si formano in sede tendinea e sono causa di dolore. Le calcificazioni tendinee hanno una consistenza ben diversa da quella dei calcoli renali: l’onda d’urto di per sè non può frantumarle, bensì attivare il meccanismo riparativo sovra-descritto, che, come tutte le reazioni riparative enzimatiche, richiede diverso tempo per completarsi.
Indicazioni terapeutiche
Le onde d’urto sono indicate sia per patologie in fase acuta (instaurate da pochi giorni o poche settimane) che per patologie in fase cronica (presenti da molto tempo, spesso anni). E’ spesso un trattamento di prima linea, perché semplice, non invasivo per il paziente, poco costoso e molto efficace. Nella maggior parte dei casi (l’efficacia è di circa l’85% dei casi) sono risolutive, la sintomatologia dolorosa scompare e non si rende necessario eseguire altre terapie. In altri casi può essere necessario ripetere un altro ciclo di onde d’urto oppure affiancarle a un altro tipo di terapia fisica (ad es. agli ultrasuoni), mentre nei casi più gravi può rendersi comunque necessario ricorrere anche all’intervento chirurgico.
Le patologie che più possono beneficiare di questo trattamento sono:
– Tendinopatie:
- Cuffia dei rotatori (spalla): le onde d’urto sono molto efficaci nel trattamento delle tendinopatie della cuffia dei rotatori, sia per quanto riguarda le tendinopatie inserzionali che quelle calcifiche. I tendini più spesso interessati da questa patologia sono il tendine del capo lungo del bicipite omerale (BLCO) e il tendine del sovraspinato. E’ spesso necessario eseguire una ecografia per la conferma diagnostica.
- Gomito: epicondiliti (gomito del tennista) ed epitrocleiti (gomito del golfista) sono patologie molto frequenti negli sportivi o in chi compie gesti ripetitivi degli arti superiori. Possono essere molto dolorose e invalidanti. Le onde d’urto in questa sede possono essere abbastanza dolorose durante la seduta ma ne vale la pena: i risultati sono molto soddisfacenti nel 90% dei casi.
- Ginocchio: tendinopatia rotulea
- Piede: fascite plantare e spine calcaneari sono patologie molto frequenti e fastidiosi. Un ciclo di onde d’urte è generalmente risolutivo.
- Tendinopatia del tendine
- Tendinopatie inserzionali a carico dei muscoli adduttori della coscia
- Pubalgia
– Artrosi:
- Rizoartrosi: sono molto efficaci nelle rizoartrosi, cioè l’artrosi dell’articolazione trapezio-metacarpale della mano.
- Metacarpo, metatarso, radio, ulna, omero, anca
– Pseudoartrosi e ritardi di consolidamento delle fratture
- Non tutte le fratture guariscono come dovrebbero o entro le tempistiche normali. Una terapia cononde d’urto a energie adeguate è in grado di fornire lo stimolo necessario all’attivazione dei normali meccanismi riparativi che portano alla guarigione del focolaio fratturativo.
– Miositi Ossificanti e Calcificazioni Eterotopiche
– Osteonecrosi agli stadi precoci e Osteocondriti dissecanti in stadi precoci e dopo la maturità scheletrica
– Distrofie ossee simpatico-riflesse
Controindicazioni onde d’urto
Quali sono le controindicazioni delle onde d’urto? Le onde d’urto sono pericolose? Se sono applicata dal Medico nel rispetto dei protocollo terapeutici codificati, è una terapia sicura, efficace e pressoché priva di effetti collaterali.
Le controindicazioni prevedono:
- La presenza nel campo focale da trattare, o immediatamente vicino, di strutture delicate quali encefalo, midollo spinale, gonadi o organi cavi come polmone e intestino: nel passaggio dell’onda sonora dal mezzo solido a quello gassoso si richia di provocare lesione ai tessuti
- Gravidanza
- Terapia con Anticoagulanti Orali (sia TAO che NAO, es. Warfarin, Dabigatran) e gravi patologie della coagulazione del sangue: in questi casi si ha una abnorme facilità al sanguinamento, pertanto sono controindicate. In chi non ha malattie della coagulazione questo non si verifica o, al massimo, può comparire un lieve arrossamento della cute che tende a risolversi nel giro di 24-48 ore.
- Neoplasie
- Pacemaker o elettrostimolatori: si deve porre attenzione al tipo di generatore utilizzato.
- Bambini e adolescenti: la presenza di nuclei di ossificazione non ancora saldati è una controindicazione alla terapia con onde d’urto
Per questo motivo, devono essere applicate soltanto dal Medico, che sarà in grado di seguire correttamente i protocolli codificati e saprà quali accorgimenti sono necessari nel vostro caso specifico per effettuare la terapia in tutta sicurezza.
Dolorabilità – Le onde d’urto fanno male?
La domanda più frequente che il paziente pone al medico in relazione a questa terapia è: “le onde d’urto fanno male?”. La risposta è SI, le onde’urto fanno male e possono essere dolorose, con ampia variabilità da persona a persona.
A seconda della zona da trattare, in particolare a seconda della vicinanza alle superfici ossee, il trattamento può essere più o meno doloroso. Il medico può effettuare durante la seduta qualche pausa o diminuire la profondità delle onde, a seconda della vostra tolleranza.
Ogni seduta dura, a seconda del tipo di macchina utilizzato, da 1 a 5 minuti. Viene evocato il dolore ben noto al paziente perché le onde d’urto sollecitano proprio la zona dolente: finita la seduta potrebbe permanere una certa dolenzia per tutto l’arco della giornata, è assolutamente normale e fa parte dell’effetto terapeutico. Potete assumere un antidolorifico, ma, dovete evitare di applicare il ghiaccio: il ghiaccio è, infatti, un vasocostrittore e questo renderebbe nulla l’efficacia della terapia con onde d’urto.
Efficacia
Dopo quanto tempo ha effetto la terapia con onde d’urto? I risultati non sono immediati, è necessario attendere almeno una settimana dopo l’ultima seduta del ciclo per avere il pieno effetto terapeutico. Questo è dovuto al meccanismo d’azione delle onde d’urto, che interviene su reazioni biologiche complesse e fenomeni riparativi che necessitano di tempo per instaurarsi. Il ciclo terapeutico può essere ripetuto, a distanza di almeno 1 mese, per incrementare il beneficio.
Conclusioni
La terapia con onde d’urto, quando indicata:
- consente di ridurre o sostituire il ricorso ai trattamenti chirurgici
- consente di ridurre l’uso dei farmaci anti-infiammatori e antidolorifici
- velocizza i processi di guarigione
- è semplice, sicuro, ha poche controindicazioni ed effetti collaterali quasi nulli
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