PENSARE PRIMA DI AGIRE

PENSARE PRIMA DI AGIRE

Se l’intento è cambiare la funzione, non si può non partire dalla struttura, non si può non agire su di essa.
In base a ciò, tutto diventa struttura, tutto è tale.
L’obiettivo qual’è?
Cosa si vuole ottenere?
Riflettere in partenza è alla base di cosa si vuole trovare, di come si vuole agire.
La storia dei miti greci porta con se due esempi:
Prometeo, colui che pensava prima di agire. Epimeteo, colui che rifletteva dopo aver compiuto un’ azione.
Oggi ragionavo sul valore della tecnica, della qualità del gesto terapeutico manipolativo.
È importante che ciò venga fatto con estrema precisione.
No tanto per fare, no perché esso sia il prodotto di un automatismo, esso è indiscutibilmente la modalità attraverso la quale, il progetto si può realizzare.
Cosa voglio sentire sui tessuti che tratto?
Un cambiamento, di ritmo, di respiro.
Voglio che sia fluido, che non sia più intermittente, che ci sia omogeneità e che tutti i segnali possano trasmettersi secondo le vie fisiologiche e anatomiche del corpo.
Credo in ciò che dico perché lo vedo quando lo attuo.
Credo in quel che dico perché non lo osservo quando scado nel puramente meccanico, quando come Epimeteo agisco senza pensare.
Il cambiamento di un tessuto non è nelle sue linee ma è nella diffusione di impulsi che sviluppa e che lo attraversano.
È nel cambiamento neuroendrocino.
L’ipotalamo stimola l’ipofisi mandando impulsi ritmici.
Ogni cambiamento, per via di ciò che cogliamo con i nostri organi di senso, lo può alterare o rinforzare.
Siamo fatti di chimica, nei pensieri, nelle emozioni, sul nostro corpo.
Credo in quel che vedo e quando lo faccio, ma prima ancora l’ho elaborato e pensato.
Grazie Prometeo
Andrea Di Noia Osteopata DO
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