Si discute ancora sulla sua origine. Sembra infatti che alcuni movimenti alla base del massaggio shiatsu risalgano all’antica Cina di duemila e cinquecento anni fa. Ma su un punto sono d’accordo i medici e gli operatori che nei giorni scorsi si sono riuniti al convegno mondiale di shiatsu (a Roma al Policlinico Umberto I, con il patrocinio del Japan Shiatsu College di Tokyo), ovvero che lo shiatsu moderno, vero e proprio complemento delle terapie mediche, è quello ideato negli anni ’30 dal giapponese Tokujiro Namikoshi, originario di Tokyo. A quei tempi il maestro Namikoshi perfezionò il massaggio shiatsu tradizionale e lo ripulì dalle pratiche empiriche, popolari e dai riferimenti astrologici tipici del pensiero orientale di quel periodo. Il terapista adattò i sapienti movimenti, che si effettuano esclusivamente con i pollici ed il palmo della mani (“Shi” significa infatti dito e “atsu” pressione), all’anatomia e alla fisiologia del corpo umano e fondò una scuola per insegnarlo, che fu riconosciuta ufficialmente dal ministero della sanità giapponese. Secondo un assioma fondamentale dello shiatsu giapponese, che individua nelle pressioni calibrate delle dita su oltre 780 punti fondamentali distribuiti su tutto il corpo, la capacità di stimolare l’innata e naturale proprietà dell’organismo di autocurarsi. “Dal punto di vista scientifico tale principio trova piena dimostrazione” spiega Fulvio Palombini, reumatologo e direttore della scuola italiana di Shiatsu Namikoshi di Roma (tel.06-3201908), fondata dal preparatore atletico Rudy Rodolfo Palombini negli anni ’70 e riconosciuta ufficialmente da quella originale giapponese, “perchè col massaggio manuale si agisce sulla pelle, sui nervi periferici sottocutanei, sul sistema circolatorio, sui muscoli e sulle inserzioni dei fasci muscolari con le ossa. Il corpo reagisce sciogliendo le contratture muscolari, accelerando la circolazione del sangue ed eliminando le sostanze di scarto, rilasciando serotonina ed endorfine ad attività calmante, distensiva e regolatrice dell’omeostati e dell’adattamento all’ambiente”.Il sistema Namikoshi è attualmente impiegato per la cura di molte patologie come lombalgie e scoliosi, artrite ed artrosi, cefalee ed emicrania, torcicollo, nevralgie, vertigini, ansia, insonnia, gastrite e colite. Viene anche impiegato per la riabilitazione dopo contratture, distorsioni e fratture. Lo shiatsu secondo il sistema Namikoshi non è il solo shiatsu al mondo ma è l’unico riconosciuto dal ministero della sanità giapponese come terapia. Scopi diversi sono alla base dello shiatsu cinese, elaborato dallo psicologo Masunaga utile per il benessere e il rilassamento della mente. Come esistono errate interpretazioni, sopratutto da parte di noi occidentali, che confondono lo shiatsu con il tradizionale massaggio giapponese, l’amma, di origini antichissime e che viene tuttora praticato nei “Tokuru center”, i riconosciuti bagni giapponesi, tanto cari ai turisti. Alle folcloristiche manipolazioni dell’amma infatti partecipano le mani, i piedi e le ginocchia delle massaggiatrici ed il trattamento non ha nulla di terapeutico. “Le virtù terapeutiche dello shiatsu sul sistema nervoso sono state riconosciute in ambito medico” spiega Hiroshi Ishizuka, del Japan Shiatsu College di Tokyo, “e già negli anni ’60 negli ospedali giapponesi si impiegava lo shiatsu terapia e le virtù antidolorifiche del massaggio sono da noi comunemente sfruttate anche oggi”.
Lo shiatsu sembra curare efficacemente molte forme di mal di testa, sopratutto se dovute a stanchezza e cause organiche. Secondo Tetsuo Inaba, presidente del Japan Shiatsu Association, nei casi di cefalee acute e improvvise è necessario consultare un medico per capirne le cause. Ma per la cura dei sintomi lo shiatsu è il rimedio ideale. “Il paziente colpito dal mal di testa di origine tensiva va massaggiato al collo, alla base ed alla parte superiore della nuca e dietro l’orecchio, gentilmente, con “cura” chiarisce Tetsuo Inaba, “mantenendo anche una certa pressione sulla spalla, per aiutare a disperdere il dolore. Il massaggio va poi completato per tutto il corpo. Inoltre il paziente dovrebbe anche mantenersi moderatamente in esercizio, seguire una dieta bilanciata ed aggiungere vitamina C alla dieta”.
Aggiunge Cinzia Roberti, dell’unità operative di neurologia dell’ospedale San Filippo Neri di Roma si occupa da molti anni di emicrania, “l’emicrania primaria è una patologia non legata a patologie organiche e la cura della fasi acute si basa su terapie farmacologiche. L’evento scatenante è un disturbo del sistema trigemino-vascolare, quindi neuro trasmettitoriale. La mia esperienza degli ultimi anni mi porta a consigliare il massaggio shiatsu namikoshi a chi soffre di cefalea primaria. Il massaggio non va effettuato durante le fasi acute di mal di testa perchè non le attenua, ma è utile fra un attacco e l’altro. In questo modo è possibile diminuire la comparsa degli eventi scatenanti e ridurre la frequenza degli attacchi di mal di testa”.
IN CONBINAZIONECON LA PSICOTERAPIA FA BENE A CHI SOFFRE DI ANSIA E AI BULIMICI
Lo shiatsu riduce l’ansia e l’insonnia. Dice Sergio Agius, neurologo, psicoterapeutica e operatore secondo il metodo namikoshi alla casa di cura Rizzola di San Donà di Piave : “Alla base degli stati ansiogeni ci sono importanti componenti biologiche ; alcuni mediatori chimici, come la serotonina, presiedono agli stati di adattamento naturale che l’organismo innesca in situazioni difficili. Tutto il corpo partecipa alla salute psichica e anche alle zone periferiche, come la pelle, i muscoli e organi come lo stomaco e l’intestino, partono messaggi di allarme che vanno al sistema nervoso centrale”.
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