21 Mar Il ruolo unico degli osteopati nel trattamento dei pazienti con il mal di schiena
ohn C. Licciardone, DO Correspondence to John C. Licciardone, DO, Department of Family Medicine, University of North Texas Health Science Center at Fort Worth—Texas College of Osteopathic Medicine, 3500 Camp Bowie Blvd, Fort Worth, TX 76107-2604.
Il mal di schiena è una condizione comune nei paesi industrializzati, e una delle più frequenti cause di assenza dal lavoro. Di conseguenza, sono sorti una enorme varietà di trattamenti terapeutici. Uno studio recente, ampiamente riconosciuto, afferma che la manipolazione vertebrale, eseguita da professionisti, può essere utile per i pazienti con gravi problemi di schiena soprattutto se adottata entro il primo mese dalla comparsa dei sintomi.
La storia naturale della lombalgia
La maggior parte delle persone riesce a riprendersi da un episodio iniziale di lombalgia in tempi relativamente brevi e senza complicazioni. Le persone superato il mal di schiena tornano a lavorare entro quattro settimane dall’episodio. Tuttavia, circa il 40% dei pazienti con lombalgia soffre di recidive entro sei mesi, e fino al 60% lamenta dolore intenso entro l’anno. Di conseguenza, la storia epidemiologica della lombalgia è stata paragonata a quella di asma, una condizione cronica e intermittente, anche se generalmente non invalidante, salvo rare eccezioni. Sul piano temporale, il mal di schiena può essere definito come acuto (se la sua durata è inferiore ai tre mesi) o cronico (maggiore di tre mesi). Il processo che promuove l’evoluzione della sintomatologia da acuta a cronica, non è ancora chiaramente compreso, ma sembra trascendere il tradizionale concetto di semplice sofferenza discale. Piuttosto, l’origine sembra essere multifattoriale, può coinvolgere una più complessa interazione tra la struttura anatomica, la funzione biomeccanica, le esigenze ambientali, e le risposte alterate del soggetto. Alcuni pazienti restano sintomatici, anche dopo un intervento chirurgico o intensi trattamenti farmacologici, e il loro mal di schiena cronico è una manifestazione del fallimento delle cure offerte.
Modalità del trattamento
Sono state apprezzate numerose varietà di trattamento per la lombalgia nella pratica clinica, tra cui interventi rieducativi, esercizio fisico, riduzione del peso, uso di diverse classi di analgesici, farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), miorilassanti, antidepressivi, terapia fisica, psicoterapia comportamentale, manipolazione spinale. l Mal di schiena, in particolare quello a eziopatogenesi incerta, costituisce una parte enorme delle cure primarie erogate. Sia per medici specializzati in medicina del lavoro, che per chirurghi ortopedici, e neurochirurghi. La lombalgia aspecifica costituisce circa tre quarti del mal di schiena per cui i pazienti sono curati da medici di famiglia, mentre rappresenta una minoranza fra i mal di schiena per i quali sono necessari trattamenti chirurgici ortopedici e neurochirurgici.
Manipolazione vertebrale per la lombalgia
La filosofia osteopatica si basa su alcuni principi:
– Il corpo è un’unità;
– il corpo possiede meccanismi di autoregolamentazione;
– struttura e funzione sono reciprocamente interconnesse.
La terapia si basa quindi sulla complessità (globalità ndt) del corpo, i meccanismi di autoregolamentazione, e l’interrelazione di struttura e funzione. Questa filosofia suggerisce che la manipolazione può essere utile nel trattamento di pazienti con lombalgia. In teoria potrebbe essere usata nella fase acuta della lombalgia, all’inizio della sua storia naturale, per prevenire la progressione. Questo ideale è coerente con le linee guida riguardo l’uso della manipolazione vertebrale per dolori vertebrali. Tuttavia, le potenziali interazioni tra struttura, funzione, requisiti ambientali, e la risposta emotiva del paziente, può portare ugualmente a cronicizzare il dolore. L’apporto integrato dell’osteopatia può essere molto utile. Se si considera il mal di schiena come parametro di riferimento, i trattamenti degli osteopati comportano una percentuale inferiore di pazienti che ricorre alla chirurgia, mentre i trattamenti richiedono un numero minore di visite e presentano un numero inferiore di recidive rispetto ai chiropratici.
Sebbene i medici di famiglia possano prescrivere FANS, aspirina, miorilassanti, sedativi e analgesici narcotici per la lombalgia rispetto agli osteopati hanno una percentuale notevolmente più elevata di pazienti con un recrudescenza dei sintomi. In uno studio randomizzato gli osteopati hanno conseguito risultati sovrapponibili a quelli ottenuti dai trattamenti farmacologici.
I tre principali studi randomizzati, controllati da enti autorevoli, che sono stati condotti negli Stati Uniti, dimostrano che patologie come la lombalgia possono giovarsi di un trattamento osteopatico anche a integrazione delle altre terapie fornite dal trattamento medico convenzionale.
Alcune considerazioni:
– in primo luogo il trattamento manipolativo sembra diminuire il ricorso ai farmaci e alle terapie fisiche;
– in secondo luogo, da studi effettuati i benefici dei trattamenti manipolativi sono più evidenti nel confronto con i controlli in un campione di pazienti a cui è stato somministrato un finto trattamento manipolativo.