L’Atresia Duodenale

L’Atresia Duodenale

I trattamenti osteopatici nei bambini operati di atresia duodenale sono molto efficaci. I nascituri che subiscono un intervento del genere si ritrovano con una grande cicatrice e delle aderenze che potrebbero presentare una zona di fissità e causare una crescita alterata e degli atteggiamenti posturali afisiologici sulla colonna ma anche sul movimento e l’atteggiamento del cranio. Il reflusso non è quindi il solo problema.

Cos’è L’atresia?

L’atresia duodenale è un’embriopatia del tratto craniale dell’intestino caratterizzata dall’assenza completa del lume duodenale. L’incidenza dell’atresia duodenale è compresa tra 1/10.000 e 1/6.000 nati, con un uguale tra i due sessi. Nel 30-52% dei neonati il difetto è isolato, ma spesso si associa a altre anomalie congenite. Circa il 20-30% dei neonati con atresia duodenale è portatore della trisomia 21 e circa il 20-25% presenta una cardiopatia. Altre anomalie spesso associate sono il difetto di sviluppo del duodeno, il pancreas anulare (si veda questo termine), che rappresentano particolari forme cliniche dell’atresia duodenale, i difetti del tratto biliopancreatico e le cisti del coledoco. L’atresia duodenale viene classificata in tre tipi: il tipo 1 (diaframma duodenale) è caratterizzato dalla presenza di una membrana diaframmatica mucosa e di una parete muscolare intatta; il tipo 2 (atresia duodenale completa) è contraddistinta da un cordone fibroso corto che collega le due estremità del duodeno atresico; il tipo 3 (sempre atresia duodenale completa) è caratterizzato dalla separazione completa delle due estremità del duodeno e si associa talora al pancreas anulare. Il quadro clinico dipende dalla gravità dell’atresia. Le ostruzioni importanti nei primi giorni di vita si associano al vomito biliare, se l’ostacolo è intra-vateriano. Queste ostruzioni iniziano nelle ore immediatamente dopo la nascita e si accompagnano a problemi alimentari. I sintomi più comuni sono la perdita di peso, la disidratazione e l’alcalosi metabolica ipocloremica. Le ostruzioni meno gravi possono evidenziarsi anche diversi mesi o anni dopo la nascita e si associano a vomito biliare senza distensione addominale (segno principale); tuttavia, l’unico sintomo può essere il ritardo della crescita. In molti casi, l’atresia duodenale è sporadica, anche se in alcune famiglie è stata suggerita una trasmissione autosomica recessiva. Anche se la causa esatta dell’atresia non è nota, sono stati implicati i difetti vascolari, le anomalie nella migrazione delle cellule neurali e un difetto nella ricanalizzazione del lume duodenale. La diagnosi clinica è confermata dalla radiografia dell’addome, che mostra un aspetto ‘a doppia bolla’ con aria bloccata all’interno della prima porzione del duodeno e dello stomaco, a causa della distensione simultanea dello stomaco e della prima porzione del duodeno (sopra la stenosi). La diagnosi prenatale è possibile nell’80-90% dei casi (si effettua con un’ecografia al settimo mese o prima che sia evidente l’aspetto ‘a doppia bolla’). Le diagnosi differenziali si pongono con la comparsa tardiva di una stenosi pilorica, nel caso di diaframma incompleto, e con le altre forme di atresia intestinale, il volvolo intestinale insorto su un mesentere comune e la duplicazione del duodeno. La presa in carico prevede la rianimazione e la correzione chirurgica in epoca neonatale. Le complicazioni post-operatorie sono rare, anche se in casi sporadici sono state descritte complicazioni tardive (megaduodeno, sindrome dell’ansa cieca, reflusso duodeno-gastrico, esofagite, pancreatite, colecistite, colelitiasi). La prognosi associata a un intervento chirurgico precoce è eccellente.



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